ORA è IL MOMENTO DI QUELLI «TECNOLOGICI». DALLA WIITE AL POLLICE DA BLACKBERRY
Dal gomito del tennista alla frattura dell’amante: «eponimi» per tutti i gusti
Catalogare una malattia con il nome di una persona o associarla a una professione o a un gesto è utile perchè semplifica le cose, e talvolta è anche «divertente»
MILANO – Ginocchio della lavandaia? Roba vecchia. Scomparso. Colpa delle lavatrici. Però ha trovato un degno erede: il «ginocchio della suora», o «dell’orante». Cioè esattamente la stessa cosa: una malattia professionale vera e propria (che peraltro colpisce anche i piastrellisti) causata dalle lunghe ore trascorse genuflessi. In realtà non è altro che una «banalissima» borsite prerotulea, sequela di una «altrettanto banale» flogosi della borsa sierosa prepatellare. Chiaro no? Un’infiammazione cronica del ginocchio. Ma vogliamo mettere ginocchio della lavandaia con borsite prerotulea?
La prima definizione la capisce chiunque in un attimo, ed è pure più simpatica, la seconda , se va bene, l’afferra al volo giusto un laureato in medicina. E’ anche per questo che nascono gli eponimi, cioè il «mettere il nome sopra» (dal greco «epi») alle denominazioni scientifiche delle malattie.SEMPLIFICAZIONE – Gli eponimi rendono tutto più semplice e immediato, persino la percezione di ciò che serve per curare il problema in questione. Borsite prerotulea evoca chissà quali complicati trattamenti, ginocchio della suora, invece, magari fa prima venire in mente che, per cominciare, si potrebbe cominciare col mettere un cuscino sull’inginocchiatoio.
NOMI PROPRI E PROFESSIONI – Sia detto per inciso, per eponimo, si intende di solito il nome di una persona (Alzheimer, Parkinson eccetera) per definire una malattia, e non di una professione o d’altro, però per comodità espositiva usiamo il termine «eponimo» con entrambe le accezioni. In questo caso di eponimi in medicina ne esistono parecchi e uno dei loro vantaggi rispetto ai «nomi scientifici» è che si adeguano in fretta ai tempi. Forse proprio per questo sono soprattutto l’ortopedia e la reumatologia ad attingere in maggior copia alle denominazioni popolari. Infatti sono le specialità mediche che più spesso si trovano a fare i conti con patologie provocate da movimenti ripetitivi tipici di professioni, sport e persino hobby.
I PIÙ FAMOSI – Non a caso , accanto alla lombalgia del camionista, un ‘artrosi alla parte bassa della schiena particolarmente diffusa fra chi guida per lunghe ore i Tir (ma anche fra i motociclisti) si trova anche il celeberrimo gomito del tennista (epicondilite omerale) probabilmente il più celebre eponimo sportivo, ma non il solo. Anche se meno famosa, fa infatti la sua bella figura anche la spalla del nuotatore, e probabilmente è in attesa di apparizione qualche definizione adatta per le piccole «grane» di sport emergenti come lo snowboard (caviglia del surfista?) o il golf (schiena da swing?).
TECNO-EPONIMI – Quella che invece è già comparsa «alla grande» entrando dalla porta principale (una pubblicazione nientemeno che sul prestigiosissimo New England Journal of Medicine) è la Wiite, cioè una sofferenza della spalla cui può andare incontro chi fa un uso spropositato dell’ultima console per videogames Nintendo (la Wii appunto), che permette di interagire col televisore. L’ha segnalata un medico , sottolineando che la sua tendinite acuta isolata dell’infraspinato destro era una condizione compatibile, per esempio, con un’attività sportiva non appropriata a un individuo scarsamente allenato. Detto come va detto: il dottore si era cimentato nel tennis Wii per tre ore consecutive la sera prima, ma non aveva fatto i conti con il suo avversario elettronico, troppo in forma rispetto a lui, e così alla fine si trovato con una bella infiammazione alla spalla. Va da sé che la Wiite è solo l’ultimissimo grido dei problemi ortopedici di origine informatico-intrattenitiva. Joystick e mouse hanno già fatto il loro ingresso nel mondo di queste patologie anche se con nomi meno avvincenti. Nessuno ha mai parlato di polsite da mouse, peccato, molto più divertente della sindrome del tunnel carpale. Ha fatto però centro il Black berry, che ha sdoganato un «brandizzato» pollice da Blackberry, che affligge chi esagera con i messaggini (non credano di farla franca i fanatici degli sms che disarticolano il primo dito della mano su apparecchi di altre marche).
IL «PRINCIPE» DEGLI EPONIMI – Si potrebbe andare avanti, ma l’eponimo «principe» resta sicuramente la frattura dell’amante descritta con dovizia di particolari da Kevin Math, del Beth Israel Medical Center di New York, durante un congresso di radiologia. Vi chiedete che cos’è? Suvvia, un po’ di fantasia! Avete indovinato: è proprio la frattura del tallone, che si procuravano gli amanti, in fuga precipitosa dalle finestre, quando atterravano sul terreno. Avevate indovinato vero?
Luigi Ripamonti
06 maggio 2009(ultima modifica: 07 maggio 2009)
Dal gomito del tennista alla frattura dell’amante: «eponimi» per tutti i gusti – Corriere della Sera